La nuova legge di sovraindebitamento, trasfusa nella riforma della legge fallimentare, consente di cancellare i debiti senza pagare nulla ai creditori.
Secondo un antico detto napoletano, chi non ha nulla è ricco come il Papa e come il re. E questo per l’intuibile considerazione che non può temere alcuna aggressione da parte dei creditori. Ma per godere a vita di questa (apparente) condizione di felicità deve restare per sempre nullatenente. Il codice civile infatti stabilisce che il debitore è responsabile per le obbligazioni da lui contratte non solo con i propri beni presenti ma anche con quelli futuri, che eventualmente gli proverranno in avvenire. La massima partenopea è stata però coniata quando ancora non esisteva la legge numero 3 del 2012 che, invece, ha aperto la strada alla possibilità di liberarsi dei debiti anche per il futuro pagandone solo una minima parte – quel poco che si può – anche senza il consenso dei creditori. Basta, infatti, presentare un’istanza al giudice, con l’assistenza di un apposito professionsta (cosiddetto «Organismo di Composizione della Crisi») per ottenere la cancellazione definitiva del sovraindebitamento. Una sorta di “saldo e stralcio” che può raggiungere addirittura uno sconto pari all’80% dell’esposizione debitoria. A ciò si aggiunge oggi una ghiotta novità: la normativa – che è stata trasfusa nella nuova legge fallimentare in corso di approvazione – consente ai privati di disfarsi dei debiti anche senza concedere una contropartita ai creditori. In altre parole, dal portafogli non uscirà un euro…purché però si dimostri che un euro, nel portafogli, non c’è affatto. In questo modo, neanche gli eredi dovranno più temere per le passività dei familiari e potranno serenamente accettare la successione. Se vuoi sapere come liberarsi dai debiti senza pagare i creditori non devi quindi legge un libro di fantascienza, ma la nuova legge sulla crisi e sull’insolvenza.
Indice
- 1 Nuova legge sul sovraindebitamento: come funziona
- 2 Come liberarsi dai debiti senza garanzie e contropartite ai creditori
- 3 Quali debiti non si possono cancellare
Nuova legge sul sovraindebitamento: come funziona
Da oggi in poi, quando parlerai di fallimento, dovrai usare termini completamente nuovi. Non esiste più la legge fallimentare ma il codice della crisi di impresa e dell’insolvenza [1]. Non si parla più di fallimento ma di liquidazione giudiziale.
Non c’è più la vecchia “legge salvasuicidi” n. 3/2012, ma una apposita sezione del codice della crisi di impresa e dell’insolvenza che va ora sotto il nome di «liquidazione controllata del sovraindebitamento» (artt. 278 e seguenti).
Dunque la vecchia normativa sul sovraindebitamento è stata trasfusa nella nuova “legge fallimentare” il cui testo puoi trovare qui.
L’esdebitazione consiste nella liberazione dai debiti e comporta la inesigibilità dal debitore dei crediti rimasti insoddisfatti nell’ambito di una procedura concorsuale che prevede la liquidazione dei beni.
Rimane la struttura portante del precedente testo, con importanti novità che qui di seguito vedremo.
Resta la previsione di tre differenti procedure per cancellare i debiti:
- per cancellare i debiti dei privati si deve ricorrere al tribunale con l’assistenza di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi). Tale procedura andava prima sotto il nome di «piano del consumatore»; oggi invece si chiama «ristrutturazione dei debiti del consumatore». Viene depositata una istanza con cui, rappresentate le “disperate” condizioni economiche del ricorrente, si chiede la totale cancellazione dei debiti a fronte di un pagamento minimo. Il giudice decide ed eventualmente accorda il beneficio senza tenere conto della volontà dei creditori (non importa quindi se uno o più creditori si oppongono e non intendono concedere il saldo e stralcio). Il ricorso può essere presentato personalmente dal debitore, con l’assistenza dell’OCC. Al ricorso deve essere allegata una relazione, redatta dall’OCC, che esponga una valutazione sulla completezza e l’attendibilità della documentazione depositata a corredo della domanda e che illustri la situazione economica, patrimoniale e finanziaria del debitore;
- per i debiti derivanti dall’esercizio dell’attività lavorativa (professionale o d’impresa) è necessario invece il consenso dei creditori che rappresentino il 60% dei crediti stessi. Un tempo si chiamava «accordo di composizione della crisi» ora è chiamata «concordato minore»;
- terza e ultima possibilità è la liquidazione dei beni del debitore con l’accordo dei creditori, per soddisfare questi ultimi, che oggi si chiama «liquidazione controllata del sovraindebitamento».
Come liberarsi dai debiti senza garanzie e contropartite ai creditori
La novità della riforma è l’estensione della procedura di esdebitazione anche nei confronti del debitore che non è in grado di offrire ai creditori «alcuna utilità, diretta o indiretta, nemmeno in prospettiva futura». Una sorta di liberatoria finale a zero incassi. Tale beneficio può essere sfruttato una sola volta nell’arco della propria vita.
Se però nei successivi quattro anni «sopravvengano utilità rilevanti, che consentano il soddisfacimento dei creditori in misura non inferiore al dieci per cento» il debitore dovrà assolvere ai propri obblighi di pagamento.
In questo modo si aggiunge al beneficio dell’esdebitazione, cioè della liberazione del debitore da tutti i debiti rimasti insoddisfatti nella procedura, l’ulteriore possibilità di liberarsi da tutti i debiti anche quando non vi si può far fronte neppure in parte. Insomma, detto senza peli sulla lingua, chi non può pagare nulla – e lo dimostra – ottiene la cancellazione totale dei debiti senza una contropartita.
Ulteriore novità: la procedura di sovraindebitamento viene estesa non solo ai debiti privati ma anche a quelli dei soci illimitatamente responsabili per debiti estranei a quelli sociali.
La riforma, infine, concede ai «membri di una stessa famiglia» la facoltà di presentare «un unico progetto di risoluzione della crisi da sovraindebitamento», e cioè di invocare l’applicazione di un’unica procedura.
Quali debiti non si possono cancellare
Restano esclusi dall’esdebitazione:
- gli obblighi di mantenimento e alimentari;
- i debiti per il risarcimento dei danni da fatto illecito extracontrattuale, nonché le sanzioni penali e amministrative di carattere pecuniario che non siano accessorie a debiti estinti.
note
[1] In attuazione della legge 19 ottobre 2017 n. 155
Fonte articolo: sito web La Legge per Tutti del 17/12/2018, url https://www.laleggepertutti.it/264823_come-liberarsi-dai-debiti-senza-pagare-i-creditori?fbclid=IwAR12_52WyIk7_fvBOLP_SZ2ptq2oFaeVTJnBjOOghj72s8Qn5qjwsv4BsyU